[vc_row section_type=”fullwidth” bg_type=”color” padding_top_multiplier=”” padding_bottom_multiplier=”” columns_gap=”none” equal_column_height=”middle-content” bg_color=”#020202″][vc_column width=”1/2″ tablet_width=”1″ css=”.vc_custom_1676812703983{background-image: url(https://www.susannaceccardi.it/wp-content/uploads/2023/02/5eb9495b2588a852680017.jpeg?id=18807) !important;background-position: center !important;background-repeat: no-repeat !important;background-size: cover !important;}”][/vc_column][vc_column width=”1/2″ tablet_width=”1″ heading_color=”light” css=”.vc_custom_1630007566079{padding-top: 14% !important;padding-right: 14% !important;padding-bottom: 14% !important;padding-left: 14% !important;background-color: #fac700 !important;}” font_color=”#676767″][movedo_title heading_tag=”h1″ heading=”h1″ increase_heading=”160″ margin_bottom=”0″]INDUSTRIA, CECCARDI: STOP AUTO A COMBUSTIONE, BRUXELLES SI PIEGA AI TALEBANI GREEN PER COMPIACERE LA CINA[/movedo_title][vc_column_text text_style=”leader-text”]“I talebani del green colpiscono ancora con un attentato ad un comparto industriale di eccellenza.
Migliaia di posti di lavoro che andranno in fumo. Un settore industriale che verrà azzerato, con perdita di posti di lavoro e di un patrimonio tecnologico che andrà in malora.
Con auto che costeranno di più e che dovremo importare dalla Cina.
La lezione sulla necessità di sovranità che avremo dovuto imparare dopo la guerra in Russia non è stata ancora compresa a Bruxelles”.
È questa la posizione dell’europarlamentare Susanna Ceccardi sul via libera del Parlamento europeo per lo stop alle vendite di auto con motore a scoppio dal 2035.
“Con questo suicidio, Bruxelles riesce in un colpo solo a demolire il settore dell’auto motive e consegnarci mani e piedi alla Cina, leader e monopolista dell’auto motive elettrico.
La scelta di oggi però avrà conseguenze anche sulle tasche dei cittadini: è già costoso comprare una auto a combustione, senza gli incentivi e i bonus sarà più difficoltoso acquistare le auto “verdi”.
La guerra in Ucraina avrebbe dovuto insegnare all’Europa quanto importante fosse accorciare le filiere produttive e trattenerle in casa propria, senza esportarle. Un disastro industriale che pagheremo a prezzo carissimo” – conclude Susanna Ceccardi.[/vc_column_text][movedo_empty_space][/vc_column][/vc_row]